Santo Emanuele è il giovane aiutante del sindaco di Lancastre, un tipo eccentrico e truffaldino. Le elezioni sono imminenti, il paese è in subbuglio e, per essere rieletto, il primo cittadino ha bisogno del voto di un lontano parente di Santo Emanuele, disperso da anni nel grande Brasile. Con la testa che torna sempre alla dolcissima collega Mara, l’ingenuo e sprovveduto impiegato si imbarca in un avventuroso viaggio all’insegna della meraviglia.
Tra gli imponenti alberi del mato, le baracche di lamiera delle favelas e i bambini che giocano nel diluvio, il Brasile si rivela uno specchio magico che riflette un’immagine di Santo Emanuele nuova e molto diversa quella che lui ha sempre visto.
Michele D’Ignazio, autore di “Storia di una matita”, presenta “Pacunaimba. L’avventuroso viaggio di Santo Emanuele”, un romanzo (edito da Rizzoli) magico e visionario che intreccia poesia e comicità e ci regala il racconto di un viaggio straordinario da un Sud Italia sospeso tra cielo e mare a un Brasile selvaggio e verdeggiante.
Parlaci di questa nuova avventura: da dove sei partito per costruire questa storia?
Sono letteralmente partito per il Brasile. Il germoglio del romanzo nasce da un viaggio fatto alcuni anni fa. Ma lo spunto iniziale me lo diede, ancor prima, un amico che vive all’estero, ma che ha la residenza in un piccolo paese del Sud: mi raccontò di essere stato contattato al fine di convincerlo a votare, alle imminenti elezioni, un preciso candidato a sindaco. Erano disposti a pagargli il volo pur di ottenere il voto. Mi è sembrato da subito uno spunto narrativo molto interessante. Il punto di partenza del romanzo era sancito, il resto lo ha fatto il Brasile e le sue immense foreste, così cariche di suggestioni e di storie da raccontare.
Descrivici Santo Emanuele, che personaggio è?
Santo Emanuele è un impiegato di un piccolo Comune: è ordinato, si veste elegante, ma si ritrova, in maniera rocambolesca, nel mezzo di una foresta selvaggia, alla ricerca di un suo lontano parente. Parte sprovveduto e spaurito, ma lentamente si lascia travolgere dal Brasile e dalla sua cultura coinvolgente, riesce a vederne i lati affascinanti e misteriosi. È un viaggio che lo mette di fronte circostanze difficili, ma gli dà coraggio, gli fa scoprire l’istinto di sopravvivenza, lo “sburocratizza” e gli fa vedere un modo di vivere molto diverso dal suo.
A quale pubblico di lettori ti rivolgi?
Io credo che la letteratura per ragazzi debba essere universale. La sua forza è la semplicità del linguaggio, ma non rinuncia a raccontare il mondo nelle sue innumerevoli sfaccettature. Stiamo quindi parlando di libri che, in realtà, si rivolgono a tutti. Ed è questo il mio obiettivo, raccontare una storia ai bambini, ai ragazzi e, forse, soprattutto ai “grandi”. Devono essere loro i primi a rimanerne affascinati, a leggere con piacere. Solo così, lo leggeranno con gusto ai più piccoli. E a loro lo consiglieranno, lo regaleranno.
Cosa racconti del Brasile? Cosa ti ha attratto di questa terra?
In Brasile ci sono innumerevoli culture, è un paese meticcio e tutto si mischia, soprattutto il nuovo con l’antico, il sacro e il profano. Questo mi ha colpito. Ma anche il loro modo di vivere fraterno, immersi in una natura affascinante, prorompente. E poi il ritmo della vita, dando tempo al tempo (quello buono che mette ogni cosa a suo posto, non quello frettoloso), un ritmo musicale, che assegna alla vita un peso specifico più giusto, lasciandosi trasportare. È questo che mi ha attratto, osservando i bambini che corrono fuori a giocare, sotto il diluvio; la placida esistenza nella foresta; le famiglie con tantissimi figli.
Che città sono Pacunaimba e Lancastre e in cosa si differenziano?
I due nome sono inventati, anche se Pacunaimba prende spunto dal titolo di un romanzo di culto di Màrio De Andrade, Macunaima, del 1928. Sono due luoghi lontanissimi l’uno dall’altro e, all’apparenza, molto diversi. Però c’è qualcosa che li unisce. Anche a Lancastre si trova il tempo di lasciarsi affascinare dalla luce velata del tramonto, di non sentire il passare delle ore. Ma è anche un Sud dove, per rivincere le elezioni comunali, un sindaco è pronto a tutto, ma veramente a tutto. E la famiglia di Santo Emanuele va orgogliosa della sua laurea con il massimo dei voti, vuole per lui un lavoro importante, ci tiene che vada in Municipio, ogni giorno, in giacca e cravatta. Certezze che, nella foresta brasiliana, non avranno più alcun valore. C’è però un personaggio che funge da ponte tra i due luoghi: Dedè, il più sdentato di Lancastre, eppure il più sorridente. Ecco, Santo Emanuele, nel suo viaggio, scopre che tutti i brasiliani sono come Dedé, sdentati, eppure felici.
Sfogliando le pagine ci si imbatte nelle illustrazioni di Silvia Mauri, che significato hanno le immagini in questo libro?
Silvia è stata molto brava, secondo me. Le illustrazioni si legano bene al racconto e ricordano un po’ quelle che caratterizzano la letteratura di Cordel, un genere di poemetto popolare molto diffuso nel Nord del Brasile.
Qual è la particolarità, il tuo messaggio, di questo nuovo romanzo?
Come nei precedenti libri, sono tanti i messaggi. Ma se proprio devo scegliere, direi la felicità. Alla fine, questo vuole raccontare la storia di Santo Emanuele. Siamo qui, su questo mondo, in questa vita, non per asservire i capricci dei potenti (il sindaco di Lancastre è un potente “piccolo”, ma a suo modo, con arroganza, vuole imporre la suo volontà sugli altri). Siamo qui per essere felici. O almeno provarci, ognuno in forma diversa, nel rispetto degli altri. Il Brasile è come uno specchio magico. Riflettendo la nostra immagine, possiamo vederci diversi da come siamo. E possiamo chiederci: quale delle due immagini si avvicina di più alla nostra idea di felicità?
Quali appuntamenti ti aspettano per presentare il nuovo libro?
Il tour nelle librerie è in fase di organizzazione proprio in questi giorni. Sarò il 12 marzo alla libreria Colombre di Erba, il 17 alla “MondoLibro” di Berlino, il 21 alla libreria “Pensiero Meridiano” di Tropea, il 6 maggio alla libreria “Corteccia” di Milano e molte altre sono in fase di definizione. E mi piace l’idea che le prime presentazioni di Pacunaimba si svolgeranno in librerie dai nomi belli, suggestivi, importanti. Nomi che hanno molto a che fare con l’avventuroso viaggio di Santo Emanuele, dall’altra parte del mondo, in una foresta dagli alberi maestosi, riscoprendo il senso del tempo. Inizia così il 2° viaggio di Santo Emanuele, insieme ai lettori che gli faranno compagnia, sperando sia più avventuroso del primo.
Link alla pagina dedicata: http://micheledignazio.org/2016/02/09/pacunaimba-lavventuroso-viaggio-di-santo-emanuele/
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BookTrailer: https://youtu.be/NREGDQnqFz0