Se nel leader del #TeamCap abbiamo la classica incarnazione del supereroe dei fumetti, colmo di valori etici, dall’altra abbiamo un eroe che in qualche modo si discosta da questi classicismi: un eroe carismatico, sicuro di se, playboy ma anche filantropo e genio scientifico. Stiamo ovviamente parlando di Anthony “Tony” Stark, leader del #TeamIronMan.
Figlio dell’industriale Howard Stark, Tony ha dimostrato la sua attitudine all’ingegneria e all’invenzione fin da un’età molto precoce. A 15 anni è infatti entrato nel corso di Ingegneria Elettrica presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), concludendo gli studi con due lauree magistrali all’età di 19 anni. Appena due anni dopo, a seguito della morte del padre, è diventato proprietario delle Stark Industries, una multinazionale miliardaria all’avanguardia nel mondo degli armamenti e della tecnologia.
Durante un viaggio di lavoro in Vietnam, Stark cade in una trappola e resta gravemente ferito al petto da una granata. Viene preso prigioniero dal leader comunista Wong-Chu, intenzionato a obbligarlo a costruire per lui una potente arma. Entro una settimana dall’incidente, però, le schegge della granata penetreranno il suo cuore, uccidendolo. Tony, insieme a un altro prigioniero, riesce a ingannare Wong-Chu, costruendo un’armatura dotata di un generatore di campo magnetico in grado di evitare che le schegge raggiungano il suo cuore. Grazie all’armatura, Stark riesce a fuggire e tornare in patria, dove assume l’identità di Iron Man, migliorando costantemente la sua nuova armatura e divenendo un supereroe membro fondatore degli Avengers.
Ma qual è la scienza che si nasconde dietro alle incredibili storie di questo supereroe?
Secondo la American Chemical Society (ACS), l’originale armatura Mack I dei fumetti sarebbe stata interamente (o quasi) di ferro e pesante circa 70 Kg, quindi piuttosto scomoda da indossare e maneggiare.
Successivamente, Stark avrebbe migliorato la sua armatura attraverso una lega di oro-titanio. Però, sempre secondo la ACS, questa modifica peggiorerebbe soltanto le cose facendo raggiungere all’armatura un peso totale di 160 Kg, impensabile da gestire per un uomo comune.
La soluzione finale sarebbe una lega di nichel e titanio, chiamata nitinol. Questa lega, realmente esistente, sarebbe l’ideale per l’armatura di Iron Man, essendo allo stesso tempo forte ma leggera e con un’alta resistenza al calore. Inoltre, può essere facilmente riparata e riformata dopo aver subito danni, per esempio, da proiettili. Per aumentare ulteriormente la resistenza al calore, probabilmente l’armatura contiene elementi in grafite rinforzata con fibre di carbonio, utile soprattutto per resistere all’elevato calore emanato dagli stivali razzi.
Il vero elemento fondamentale dell’armatura di Iron Man è sicuramente il suo reattore Arc, una mini centrale nucleare portatile. È scientificamente realizzabile un oggetto simile? Per adesso no, ma in futuro probabilmente si. Il reattore Arc è alimentato da un nuovo elemento della tavola periodica, ottenuto dalla stesso Tony con un acceleratore di particelle casalingo. La creazione di nuovi elementi non è fantascienza: infatti, Stark usa il suo acceleratore di particelle per provocare collisioni tra i nuclei atomici e generare cosi un nuovo tipo di atomo. Tutto ciò non è del tutto dissimile dagli esperimenti che si svolgono presso gli acceleratori reali, come il CERN. Difatti, gli scienziati sono già in grado di sintetizzare nuovi atomi, la difficoltà si trova nel sintetizzare e catturare atomi stabili.
Secondo alcuni scienziati, la macchina al momento esistente più vicino al reattore Arc è il reattore Tokamak. Il Tokamak è una macchina toroidale in grado di mantenere la materia sotto forma di plasma attraverso la presenza di campi magnetici, generando energia utilizzabile. Ora che abbiamo trovato una macchina simile al reattore Arc rimane ancora un altro problema: le dimensioni. Il reattore di Stark è talmente piccolo da poterlo inserire nell’armatura all’altezza del petto, mentre il Tokamak più piccolo oggi esistente ha le dimensioni di un tavolo. Quindi se vogliamo vedere un mini reattore nucleare dobbiamo ancora pazientare.
Per quanto riguarda l’esoscheletro in generale c’è poco da dire, la sua costruzione è piuttosto fattibile. Già diverse aziende specializzate nel settore della difesa, come la Raytheon Company, stanno compiendo grandi progressi nella realizzazione di esoscheletri in grado di migliorare la forza, l’agilità e la resistenza dei soldati, consentendogli di diminuire il rischio di affaticamenti o lesioni in seguito a sforzi fisici di una certa importanza.
Il vero ostacolo per la creazione di armature avanzate come quelle di Tony Stark è costituito dalla fonte d’energia, come afferma James Kakalios, docente di fisica all’Università del Minnesota e autore del libro La fisica dei supereroi.
“Exo-skeletons for strength enhancement, armor for defense, jet and hand thrusters for flight – all this technology exists today. What is lacking is a credible power source that one can carry with you that would energize the suit for more than a few minutes”
Per concludere, dal punto di vista scientifico, diventare Iron Man non è un sogno irrealizzabile, anzi, la Scienza sembra essere dalla sua parte. E voi, invece, da che parte state?
#TeamCap vs #TeamIronMan
Sitografia
http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-3060629/The-science-AVENGERS-Physics-chemistry-Iron-Man-s-suit-Captain-America-s-shield-revealed.html
http://news.discovery.com/tech/gear-and-gadgets/a-real-iron-man-suit-130503.htm
http://marvel.com/news/comics/12004/marvel_science_iron_mans_armor
http://kingoftoysgame.blogspot.it/2012/08/counting-cost-of-being-iron-man.html
https://www.newscientist.com/article/dn13815-iron-man-the-science-behind-the-fiction/
https://www.quora.com/What-is-theory-concept-behind-the-Miniature-Arc-Reactor-built-by-Tony-Stark