I due emisferi del cervello non sono indipendenti

in Bufale Galattiche di
Cervello

Sei un pittore o musicista? Un ingegnere o un matematico ? In altri termini, sei una persona in cui predomina l’emisfero destro o l’emisfero sinistro del cervello? Abbiamo spesso sentito dire che la personalità di una persona rispecchia la predominanza di un emisfero del cervello sull’altro; in particolare, in una persona emotiva e creativa prevale l’emisfero destro, mentre in una persona razionale e logica domina quello sinistro. Ma dal punto di vista scientifico è davvero cosi? Numerosi studi hanno dimostrato che in realtà non è cosi semplice la situazione, anzi, i due emisferi sono molto più interdipendenti di quanto si possa pensare.

Studi del diciannovesimo secolo

cervelloL’origine di questo mito sembra risalire al diciannovesimo secolo: nel 1844, Arthur Ladbroke Wigan pubblicò un libro dal titolo A New View of Insanity: Duality of the Mind in cui afferma che gli emisferi sono indipendenti uno dall’altro e ognuno ha volontà e pensieri propri. Questa idea divenne culturalmente molto popolare, ispirando addirittura alcune opere come Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson che mostra il contrasto tra la cultura dell’emisfero sinistro e l’emotività primitiva e fuori controllo dell’emisfero destro.

Altri studi importanti che hanno dato popolarità a questo mito risalgono al 1861 a opera del chirurgo e neurologo francese Paul Pierre Broca. Attraverso diverse ricerche e esperimenti, Broca riuscì a osservare empiricamente che la localizzazione del linguaggio si trova nel lobo frontale dell’emisfero sinistro (l’area di Broca). Pochi anni dopo, Wernicke, un neurologo tedesco, dimostrò che l’area per comprensione del linguaggio è situata nel lobo temporale dell’emisfero sinistro (area di Wernicke). Quindi entrambi i neurologi hanno evidenziato che l’emisfero sinistro è responsabile sia della comprensione che della produzione del linguaggio.

Anche studi più recenti hanno contribuito alla diffusione di questo mito. Negli anni ’60, un gruppo di ricercatori guidati dal neurobiologo statunitense Roger Sperry svolse numerose ricerche nel California Institute of Technology su pazienti affetti da una particolare forma di epilessia che causa la separazione dei due emisferi mediante la rottura del corpo calloso. In questi pazienti, definiti “split-brain”, è emerso che l’emisfero sinistro è in grado svolgere funzioni verbali, di calcoli, analizzare particolari e programmare, mentre l’emisfero destro elabora dati in modo rapido ma non verbale e risponde a stimoli spaziali, visivi ed emotivi. Roger Sperry e la sua squadra ottennero nel 1981 il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia grazie a queste ricerche.

Studi recenti

CervelloOggi, grazie a nuovi strumenti per la ricerca neurologica, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e la tomografia a emissione di positroni (PET), possiamo studiare meglio l’attività e le funzioni del cervello anche in pazienti sani, studiando cosi in che modo si attivano le diverse aree del cervello in risposta a diversi stimoli. L’università dello Utah ha condotto uno studio di due anni con più di 1.000 partecipanti, analizzando quindi più di 1.000 cervelli sottoposti a diverse attività. I risultati hanno dimostrato che non ci sono evidenze che una persona usi prevalentemente un emisfero rispetto all’altro. Tutti i partecipanti hanno usato interamente il loro cervello duranti gli esperimenti. Ciò che hanno confermato è la laterizzazione del cervello, ossia l’uso di una particolare regione rispetto a un’altra durante una determinata attività, e l’alta interdipendenza dei due emisferi grazie specialmente alle numerose interconnessione presenti tra questi due. In conclusione, i due emisferi lavorano insieme per creare una sola coscienza.

“It is not the case that the left hemisphere is associated with logic or reasoning more than the right. Also, creativity is no more processed in the right hemisphere than the left. The truth is that it would be highly inefficient for one half of the brain to consistently be more active than the other.” ha affermato al “LiveScience” il Dr. Jeff Anderson, direttore del fMRI Neurosurgical Mapping Service all’Università dello Utah.

Adesso che sapete la verità, continuerete a fare i test sulla personalità? Noi crediamo di no.

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