Le vacanze pasquali sono appena terminate e quest’anno, oltre a qualche centimetro in più sul giro vita, ci hanno lasciato anche un’ora in più di Sole: infatti, nella notte tra sabato 26 marzo e domenica 27 marzo, le lancette dell’orologio sono state spostate un’ora avanti per far spazio all’Ora Legale.

Questa misura se da una parte in cinquanta anni ha portato benefici energetici consistenti, dall’altra sembra non convincere pienamente la metà degli italiani.

Steve HankeE non convince di certo due eminenti personalità delle scienze e dell’economia mondiale come l’economista Steve Hanke e l’astrofisico Dick Henry, entrambi della  Johns Hopkins University, che recentemente hanno proposto di abolire i fusi orari e sincronizzare tutti gli orologi del mondo sulla medesima ora. Anche se la proposta sembra un po’ drastica, i due studiosi sottolineano come alcuni paesi abbiano già scelto per comodità un fuso orario unico: è il caso della Cina che regola il tempo solare su Pechino o della Corea del Nord che autonomamente ha deciso di imporre uno spostamento delle lancette di 30 minuti inventandosi il “mezzo” fuso di Pyongyang per differenziarsi da Seul.

Al momento, come è noto, la Terra è stata convenzionalmente divisa in 24 ‘spicchi’, ad ognuno dei quali corrisponde un orario specifico che può oscillare fino alle 12 ore – in avanti o indietro – rispetto al meridiano di Greenwich, vicino Londra, il cosiddetto ‘meridiano zero’. Una sorta di orario ‘concordato’ dagli uomini e adottato nel 1884 da quella che è passata alla storia come ‘commissione’ di Washington. Questa divisione convenzionale però non è adottata da tutto il mondo e molte nazioni presentano un fuso orario ‘mediano’, come nel caso delle Isole Maltesi in Venezuela, o la stessa India. Il Nepal invece è l’unica nazione al mondo con un fuso orario sfasato di 45 minuti.

fusi orariIn questo scenario poco ordinato e controverso è davvero così strano chiedersi se i fusi orari siano sbagliati e passibili di revisione?

È proprio questa domanda che ha spinto Hanke e Henry a elaborare un nuovo ordine mondiale basato su un sistema di tempo universale. Secondo il loro parere 24 fusi orari e una trentina di ore nazionali sono decisamente troppi in un mondo che ha accorciato le distanze e batte al ritmo insonne di internet e non si regola più sulla luce del mezzodì ma su orologi atomici.

La loro proposta è semplice: adottare in tutto il mondo un’ora unica sganciata da quella solare come d’altronde già fanno le compagnie aeree per evitare incidenti nei cieli. Un’idea non nuova visto che un ingegnere delle ferrovie americane la lanciò già nel lontano 1889.

Con un calendario universale ci sarebbe certamente qualche inconveniente e bisognerebbe cambiare le nostre abitudini. Tutti gli orologi segnerebbero mezzogiorno, ma in alcuni territori del pianeta si mangerebbe, in altri si lavorerebbe e in altri ancora si dormirebbe (problema che non ci si pone con le stagioni). Una volta presa l’abitudine, però, secondo gli ideatori ci sarebbero molti vantaggi: “Per la fisica – spiegano – il tempo è uno soltanto! E questo principio della fisica è perfettamente in linea con i principi economici. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo affrontato questo tema in parte di un corso sui problemi in economia applicata alla Johns Hopkins. L’ora solare andava bene quando quasi tutte le attività erano svolte localmente. Oggi invece sono nella maggior parte globali, ed è necessario un unico orario. Ci si abituerebbe velocemente a leggere i nuovi orari”.

I fusi orari sarebbero così aboliti a partire dal primo gennaio 2018. Sì, ma a che ora?

Per approfondire: https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2016/02/12/the-radical-plan-to-destroy-time-zones-2/

Laureando in Biologia con la passione per i videogames, per i manga, per le serie-tv, per gli sport, per le merendine, per i volantini dei negozi di elettronica... insomma, per tutto quello che può farlo distrarre dai suoi studi .

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